Fabio Concato dalla sigla da Ufo Robot a Domenica Bestiale

Tra le persone appartenenti al mondo della musica che mi hanno maggiormente colpito c’è Fabio Concato. Animo gentile, grande umanità che in un’intervista, tra le altre cose, mi ha rivelato di più sul suo rapporto con la tecnologia ed i social network.
Navigando in rete ho scoperto che a metà degli anni ‘70 prestavi la voce per i cori della sigla dell’indimenticabile cartone animato “Ufo Robot”, ti va di raccontarcelo?
“Certo! Avevo pubblicato un disco e non se n’era accorto nessuno, in quei tempi iniziavo a lavorare con Vince Tempera che sapeva quanto in quel periodo per me fosse difficile sbarcare il lunario dunque ogni tanto mi chiamava per fare dei lavori. Pensa che non avevo gli strumenti per farlo ma lui mi chiamava lo stesso per amicizia e per stima. Così lavorai all’incisione di quella sigla che ricordo con un’energia incredibile e la cosa forte è che continua a piacermi moltissimo”.
La tua canzone alla quale sei più legato?
“È sicuramente Gigi, una canzone dedicata a mio padre che ho scritto alla fine degli anni ’80 ed inserita, un decennio più tardi, nell’album Giannutri”.
Com’è il tuo rapporto con i social e con la tecnologia?
“Gestisco principalmente io i miei canali social, sarebbe una bufala altrimenti. Certo, ho qualcuno che mi aiuta però sono io. Rispetto alla tecnologia invece è un rapporto strano, abbastanza ambiguo, quasi di odio-amore. Mi spiego meglio: mi rendo conto che è molto comoda e può essere molto utile ma dall’altro lato, siccome sono un po’ impedito vivo una sorta di frustrazione perché so che potrei fare moltissime altre cose ma non mi impegno a leggere o informarmi su come si usa. Diciamo che ho un altro tipo di intelligenza, non sono molto portato per quelle cose lì. Penso che se la si usa con equilibrio – vale a dire non stare connesso h24 – per me va benissimo. Ma non bisogna pensare che il problema dell’iper-connessione ce l’abbiano solo i giovani, ci sono miei coetanei – quindi parliamo di ultrasessantenni – che, senza esagerare, stanno connessi 15 ore al giorno tra Facebook, Whatsapp e Skype. Ma ve bene eh, ognuno ha la droga che si merita”
Ultima domanda, per così dire, marzulliana: ogni tanto ti metti in un’altra prospettiva riguardandoti da fuori e pensando caspita, sono Fabio Concato?
“In realtà mi ci metto quasi sempre, anzi direi che mi ci metto anche fin troppo. A volte vado in crisi, dovrei guardarmi un po’ meno da fuori perché va bene essere consapevole di alcune cose ma averne troppa di questa coscienza non gioca sempre bene. Forse dovrei essere un pochino più dentro di me e non fuori”.